domenica 17 giugno 2012

Ancora su Lear: uomini e insetti


Protagonisti dei limerick di Lear sono "old men" (in grande prevalenza), "young ladies" e altri tipi umani, a cui fa contorno oltre una varia umanità - in genere conformista e pronta allo scandalo come la società vittoriana dell'epoca di Lear,  ma anche entusiasti estimatori delle qualità del protagonista - un'ampia fauna di deuteragonisti. Parlo di "fauna" non in senso metaforico, visto che spesso si tratta proprio di animali. Pochi sanno che Lear fu un grande illustratore di animali, collaboratore del celebre Audubon (sì, proprio colui che violava costantemente la privacy degli uccelli di  oltreoceano, a cui oggi è intestata la National Audubon Society, l'Audubon Nature Institute e via dicendo). E tra questi animali un ruolo importante va pure ai più repellenti, ai meno belli da ritrarre, gli insetti.
Anche i più repellenti, come un "bluebottle fly" possono assumere una dimensione amabile,  o altrimenti restare, come è nella loro natura, degli immondi perseguitatori, come  l'ape gigante che tormenta il vecchio sull'albero.

Fra le tante storie ricavabili dalla poesia di Lear, ho scelto queste ultime due, per raccontarne una unica, qui sopra il poster del nostro video.

Edward Lear muore in Italia, dove si era stabilito da diversi anni, a Sanremo. Racconta la moglie del suo medico curante che al funerale non c'era neanche un cane, per una serie sfortunata di circostanze nessuno dei suoi molti amici era potuto intervenire. Non le credo, forse non c'era un cane, ma io immagino detro di lui ci fosse una lunga teoria di vecchi uonimi e giovani signore, di animali vari e insetti giganti, per non parlare dei bambini, "little folk"  "who loved to see merry", a cui il suo libro era in fondo dedicato.




1 commento:

lila ha detto...

E' stato un piacere tornare a lavorare con il gruppo di sempre... anche se presi da mille impegni e vicende varie, siamo riusciti a protare a termine anche questa mini-avventura ;)

Elenco blog personale