- Ciao Lio, come va?
- Hrannnnhhhhhh…..hrahhhh
- oh, scusami, ho dimenticato di indossare il traduttore automatico…
- Hroomph! (detto con aria di disapprovazione)
- Fatto, ora puoi parlare. Dimmi, cosa significa quel cartello che hai piantato accanto a te? “Don’t forget Tony”, non dimenticare Tony… chi sarebbe Tony?
- Ma è una lunga storia!
- Racconta, dài…
- Come sai già domenica scorsa ho lasciato Matamata per andare a Catania…
- Certo che lo so, nel suo piccolo è stato un evento: il video di te al lungomare è stato condiviso in Germania, Spagna ed è andato su Radio Zammù, ma perché proprio a Catania?
- Dovresti immaginarlo da te, Catania è la città dell’elefante, il suo simbolo è un elefante di lava vecchio 2500 anni che si chiama quasi come me: Liotru, mi è sembrato naturale che andassi là. E proprio a Catania Liotru mi ha raccontato la storia di un nostro lontano cugino asiatico, Tony…
- Non sapevo che gli elefanti di pietra potessero narrare storie, ma voi siete animali imprevedibili, credo di ricordare chi sia Tony, comunque racconta pure a me.
- Questa storia inizia circa cinquant’anni fa, quando Tony giunge a Catania assieme a un grande circo con tanti animali: cammelli, zebre, giraffe, otto splendide tigri del Bengala. mezza dozzina di giovani elefanti e poi c’è lui, Tony…
- Non era pure lui un giovane elefante?
- No, un elefante vecchio, molto vecchio invece… le cronache parlavano addirittura di ottant’anni, ma è improbabile una tale età, comunque aveva passato di certo i sessanta, non poteva più lavorare nello spettacolo e aveva una larga ferita rossa nella pelle, forse per questo (un colpo di zanna involontario?) stava in una gabbia a parte dagli altri elefanti. Però mangiava, mangiava tanto… e questo per il suo padrone era un problema.
Anche se a prima vista si trattava di un circo molto ricco, aveva i suoi problemi. Pochi anni prima era successa una disgrazia: a Milano, era andato a fuoco il tendone, completamente distrutto, gli animali salvi a stento: alcuni liberati per salvarli dal fuoco si erano dati alla fuga, per cui fu organizzato un safari cittadino. Il vecchio Tony era stato recuperato in una piazza della periferia semiassiderato, era dicembre, a Milano e noi elefanti non amiamo il freddo!
La ricostruzione costò molti soldi, e il proprietario non li aveva tutti, organizzò collette, scrisse lettere ai giornali, ricordando quanta difficile gli fosse sfamare tutti gli animali, che di solo vitto gli costavano 188mila lire al giorno… quanti soldi erano 50 anni fa?
- Col cambio del 2001 circa 96 euro, ma tenendo conto dell’inflazione, beh, credo che si parli di almeno 2000 euro al giorno di oggi: una bella cifra sì, ma pensa quanto ti costerebbe andare al ristorante con otto tigri e sei elefanti…
- wrumphhhhhh, che idea assurda, gli elefanti non vanno al ristorante con le tigri: loro vogliono sedere sempre a capotavola!
Ma torniamo alla storia. Il signor proprietario ebbe dunque una bella idea: visto che Tony ormai è vecchio ed soòo una bocca da sfamare, e che si trovava nella città che ha l’elefante per simbolo, di disse "vado dal sindaco e gli propongo un bell’elefante in regalo!"
Così fece: sindaco e consiglieri furono subito entusiasti. Solo uno obiettò: “Ma non è troppo vecchio?”, “ma cosa dici - gli fu risposto - ha solo ottant’anni, gli elefanti campano fino a 200 anni: i figli dei nostri nipoti giocheranno con lui”. Un elefante vive al massimo ottant’anni, basta consultare wikipedia per saperlo!
- Sai, wikipedia non esisteva ancora, avrebbero potuto consultare al massimo la Treccani, ma chi dei consiglieri comunali aveva la Treccani in casa?, penso nessuno. A dirla tutta la maggioranza di loro non parlava neppure l’italiano, e il dialogo che riporti fra virgolette probabilmente si è svolto in catanese stretto.
- Come fu o come non fu, si convinsero tutti e si organizzò una bella processione, sindaco in testa, per condurre Tony dal Circo, che si trovava a piazza Alcalà, fino alla Villa Bellini. Fino alla villa dei “varagghi” Tony è ancora tranquillo, ma arrivato in via Etnea capisce che qualcosa non va: comincia ad agitarsi, e in piazza Duomo cerca di darsi alla fuga, vede le automobili e ne calpesta cinquecento… ma io non ne ho viste automobili in piazza Duomo, come mai ce n’erano tante?
- Allora le automobili in piazza Duomo c’erano in quegli anni, ma credo che il tuo amico Liotru si sia confuso: non può averne calpestate 500, numero decisamente esagerato, al massimo avrà calpestato una 500…
Tony in due fermi immagine da cinepresa 8 mm, fonte: https://www.youtube.com/watch?v=GFuvRQEymjY |
- oh, forse, ha la sua bella età lui e ogni tanto si confonde. Comunque sia, fuggi fuggi generale, catanesi che si rifugiano in Cattedrale affidandosi a Santa Aituzza, e Tony viene frettolosamente riportato al circo dove, sentendosi a casa, si tranquillizza. Qualche giorno dopo, quando il circo sta per ripartire, gli iniettano una dose di sedativo da elefante e con una gru lo caricano alla meglio su un camion comunale con cui lo portano addormentato e ben legato al Giardino Bellini, dove, per maggior sicurezza gli hanno preparato un recinto con un piccolo fossato attorno e certe punte acuminate di ferro per dissuaderlo dall’andare a caccia di cinquecento. Ma Tony sente la lontananza dal branco e non desiste: appena si sente meglio su infilza la zampa su una di quelle punte nel tentativo di evadere. Da Messina, dove intanto era arrivato il circo, torna il padrone che lo aveva abbandonato, no, non lo riprende con sé, ma lo cura e ordina che le punte siano smussate.
Il destino di Tony è segnato: vive pochi mesi ancora, finché non viene stroncato dall’età o dalla malinconia. I bambini vanno a vederlo, ma non per giocare con lui: più che altro sono entusiasti dalla quantità di cacca e pipì che riesce a emettere…
- Sì voi elefanti ne fate un sacco.
- io sono un elefante pulito, non ti ho mai dato problemi qui a Matamata.
Ora, fammi concludere ti spiego il significato del mio cartello: poiché si avvicinano i cinquant’anni dalla morte di Tony, mi piacerebbe che la città di Catania onorasse la sua memoria, la tragedia del suo abbandono da parte di un cattivo padrone e la sua breve vita qui… a proposito, quel padrone aveva un nome simile al suo, Tonni, mi pare…
- Togni, si chiamava Darix Togni e vorrei spezzare una lancia a suo favore. Aveva fondato il più bello e grande circo di animali che ci sia mai stato in Italia. Oggi gli animalisti lo attaccherebbero un giorno sì e l’altro pure, ma chi era bambino allora dove poteva vedere allora tanti bele e nobili bestie se non in qualche rara trasmissione della TV dei ragazzi, in bianco e nero, dalle 5 alle 5 e 30 del pomeriggio? Io l’ho visto, da bambino, lo ricordo ancora solo nella gabbia, vestito da gladiatore romano e circondato dalle tigri del Bengala: non poteva essere cattivo con gli animali, altrimenti le tigri a cui voltava le spalle lo avrebbero divorato senza indugio. Morì, per una terribile malattia meno di dieci anni dopo la storia che mi hai raccontato: per me è stato un grande, e un grande resta, anche se con Tony ha sbagliato, certo, ma penso che lui dopo l’abbia perdonato...
- wrumphhh forse sì...
- per il resto mi piace la tua idea che non ci si dimentichi di Tony ma, non so perché, temo non avrà fortuna. Alla prossima - Ciao.
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