Sono due le scene indimenticabili di questo film, oltre la famosa sequenza finale, la creazione della sposa, la più riuscita è quella dell'incontro del mostro con l'eremita cieco. Ispirata dal vecchio padre cieco della famiglia De Lacey - beneficata dalla creatura nel romanzo di Mary Shelley - è una scena "commovente". Per il cieco il mostro è un amico a cui dà conforto e istruzione. la creatura si sente voluta bene, impara a parlare e gode della parola "friend". Come nel libro, la conclusione è tragica, appena qualcuno dotato del bene della vista (il figlio di De Lacey là, due cacciatori nel film) arriva a scorgere la creatura, la manda via brutalmente, l'idillio d'amicizia si interrompe e d'ora in poi il mostro - di cuore finora eccezionalmente tenero nel romanzo, ma anche nel film incredibilmente capace di dar commozione - sfogherà la sua rabbia contro gli uomini e tutti, soprattutto, contro il suo creatore.
Il quale solo, d'altra parte, potrebbe metter rimedio alla colpa di avere dato vita ad un essere tanto brutto: permettendo anche a lui di provare l'amore, creandogli una sposa.
Ecco qui le prime immagini dal set virtuale, ma devo confessare che la scena mi mette veramente in imbarazzo: anche perché dopo il bravo O.P. Heggie, creatore del personaggio, c'è stato Gene Hackman che lo ha reintepretato da par suo, ma in chiave magistralmente comica, nel film di Mel Brooks. Quale dei due incontrerà alla fin fine la mia povera creatura? Mmm... forse entrambi.
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